Passa ai contenuti principali

Come dormono i bambini? Cos’è un problema di sonno?


Prima di capire quando si può parlare di problema di sonno nei bambini è necessario conoscere alcune nozioni fisiologiche del sonno. Il sonno in generale è caratterizzato da un’alternanza di fasi; nei bambini la quantità di sonno REM (detto anche “sonno leggero”) è pari alla quantità di sonno NREM (detto anche sonno profondo), la fase di sonno di un bambino è pari a 45/50 minuti, mentre quello di un adulto è di 90 minuti, ecco perché i bambini hanno più risvegli notturni rispetto ad un adulto. Se poi parliamo di neonati, passano circa 16 ore su 24 a dormire, nei primi mesi di vita il sonno è polifasico, dopo il primo mese di vita il sonno inizia ad organizzarsi seguendo il ciclo luce-buio; a sei mesi il periodo di sonno più lungo e continuativo avviene durante la notte, almeno nella maggioranza dei casi, altrimenti parliamo di problema di sonno e nello specifico si può definire tale quando:
·        In generale quel comportamento disturba il sonno dei genitori;
·        Se il bambino impiega più di un’ora per addormentarsi e si sveglia più di tre volte a notte;
·        Dormire diventa un problema quando le aspettative dei genitori non vengono soddisfatte, in questo caso, le stesse cure notturne prestate in modo sollecito e naturale cominciano davvero a pesare.
      In questi casi l’intervento dello Psicologo Perinatale potrebbe essere necessario per valutare la causa del problema di sonno del bambino. Infatti lo psicologo perinatale insieme ai genitori mediante un ciclo di incontri, variabili in base alla situazione personale, può individuare se la causa è dovuta a fattori fisiologici, a fattori temperamentali, a fattori esterni al bambino/ambientali, a fattori comportamentali,o alla presenza di particolari fasi critiche.

Dott.ssa Fabiola Elia

Commenti

Post popolari in questo blog

Siete sicuri di amare veramente i vostri figli?

Questa è una domanda frequente che pongo in seduta di psicoterapia, alle coppie in fase di separazione. Sembra una domanda banale, forse provocatoria, ma non è né l’una, né l’altra; è un’importante spunto di riflessione dal quale ogni genitore dovrebbe non solo partire, ma tenere bene in mente durante   il lungo e tortuoso cammino verso la separazione dal proprio coniuge. Purtroppo, ciò che accade troppo spesso nelle coppie separate, è di utilizzare i figli nella guerra personale verso l’altro partner; si iniziano a boicottare gli incontri con l’altro genitore (spesso il padre), si riversa la rabbia verso l’ex coniuge sui figli, svalorizzandolo o parlandone male, mettendoli quasi sempre davanti a una scelta scomoda, quella di dover   scegliere fra un genitore o   l’altro. La rottura della coppia coniugale non vuol dire rottura della coppia genitoriale; chi veramente vuole il bene dei propri figli, non antepone se stesso e le proprie emozioni a loro. Quando due coniugi si separano

ENURESI O PIPÍ A LETTO: UN FENOMENO MOLTO COMUNE

“Il corpo è il luogo e il mezzo privilegiato attraverso il quale, preso in un conflitto, il bambino esprime il suo malessere”.   ( L.Kreisl, Clinica psicosomatica del bambino ) L’enuresi , ovvero quando il bambino bagna involontariamente di urina il letto di notte (enuresi notturna) o i vestiti (enuresi diurna), è un disturbo che si registra durante l’infanzia. È un fenomeno abbastanza frequente fino ai 3-4 anni e, in genere, non costituisce un problema grave. Viceversa oltre quell’età è necessario affrontarlo con attenzione per stabilire quali possono essere le cause.   In effetti bisogna distinguere se il bambino continua a bagnare il letto o i vestiti, quando ha già acquisito il controllo della minzione, oppure se riprende dopo un periodo in cui si era risolto il problema . Nel primo caso si potrebbe trattare di un ritardo nella maturazione del sistema nervoso o del sintomo di una malattia organica da precisare. Nel secondo caso, i nvece, di un disturbo particolarmen