Prima di capire quando si può parlare
di problema di sonno nei bambini è necessario conoscere alcune nozioni
fisiologiche del sonno. Il sonno in generale è
caratterizzato da un’alternanza di fasi; nei bambini la quantità di sonno REM (detto anche “sonno
leggero”) è pari alla quantità di sonno NREM (detto anche sonno
profondo), la fase di sonno di un bambino è pari a 45/50 minuti, mentre quello
di un adulto è di 90 minuti, ecco perché i bambini hanno più risvegli notturni
rispetto ad un adulto. Se poi parliamo di neonati, passano circa 16 ore su 24
a dormire, nei primi mesi di vita il sonno è polifasico, dopo il primo mese di vita
il sonno inizia ad organizzarsi seguendo il ciclo luce-buio; a sei
mesi il periodo di sonno più lungo e continuativo avviene durante la
notte, almeno nella maggioranza dei casi, altrimenti parliamo di problema
di sonno e nello specifico si può definire tale quando:
·
In
generale quel comportamento disturba il sonno dei genitori;
·
Se
il bambino impiega più di un’ora per addormentarsi
e si
sveglia più di tre volte a
notte;
·
Dormire
diventa un problema quando le aspettative dei genitori non vengono soddisfatte,
in questo caso, le stesse cure notturne prestate in modo sollecito e naturale
cominciano davvero a pesare.
In questi casi l’intervento dello Psicologo Perinatale potrebbe essere necessario per valutare
la causa
del problema di sonno del bambino. Infatti lo psicologo perinatale insieme
ai genitori mediante un ciclo di incontri, variabili in base alla situazione
personale, può individuare se la causa è dovuta a fattori fisiologici, a
fattori temperamentali, a fattori esterni al bambino/ambientali, a fattori
comportamentali,o alla presenza di particolari fasi critiche.
Dott.ssa Fabiola Elia
Commenti
Posta un commento