Passa ai contenuti principali

ENURESI O PIPÍ A LETTO: UN FENOMENO MOLTO COMUNE



“Il corpo è il luogo e il mezzo privilegiato attraverso il quale, preso in un conflitto, il bambino esprime il suo malessere”.  ( L.Kreisl, Clinica psicosomatica del bambino)

L’enuresi, ovvero quando il bambino bagna involontariamente di urina il letto di notte (enuresi notturna) o i vestiti (enuresi diurna), è un disturbo che si registra durante l’infanzia. È un fenomeno abbastanza frequente fino ai 3-4 anni e, in genere, non costituisce un problema grave. Viceversa oltre quell’età è necessario affrontarlo con attenzione per stabilire quali possono essere le cause.
 In effetti bisogna distinguere se il bambino continua a bagnare il letto o i vestiti, quando ha già acquisito il controllo della minzione, oppure se riprende dopo un periodo in cui si era risolto il problema.
Nel primo caso si potrebbe trattare di un ritardo nella maturazione del sistema nervoso o del sintomo di una malattia organica da precisare. Nel secondo caso, invece, di un disturbo particolarmente significativo sul piano psicologico.  Vi sono infatti spesso notevoli corrispondenze tra la comparsa dell’enuresi e un qualche evento particolare nella vita del bambino, come per esempio nel caso di separazioni  dei genitori, la nascita di un fratellino, il momento di iniziare la scuola elementare, oppure dopo un evento traumatico.
 Il fatto che il bambino torni a essere incontinente sembra rappresentare una sorta di regressione,  dovuta al trauma psichico che egli ha dovuto affrontare. In altre parole è come se il piccolo ritornasse neonato in modo da reclamare più attenzioni per sé, e maggiori cure del tipo di quelle solitamente riservate ai neonati.
L’ enuresi è dunque una specie di rivendicazione simbolica di affetto e di amore. Una protesta e un messaggio in codice, che non ha nulla a che fare con i capricci. Il bambino non ha preso una cattiva abitudine, egli sta inviando un segnale e i genitori come tale devono coglierlo. Come detto prima la nascita di un fratellino per un bambino di 4-5 anni può essere vissuta male. Le attenzioni che fino a quel momento erano riservate a lui improvvisamente spariscono, almeno così gli sembra, si sente trascurato, messo in secondo piano, dimenticato. Egli reagisce quindi escogitando tutti i sistemi possibili per catturare l’interesse della mamma e papà….riprende a fare la pipì a letto, proprio come il fratellino. Purtroppo non sempre i genitori sono capaci di pazienza, soprattutto quando, scoraggiati dagli scarsi risultati e dal perdurare del fenomeno, tendono a escogitare sistemi correttivi utilizzando le punizioni corporali e le minacce. È risaputo nel campo della clinica evolutiva, che questo tipo di interventi non producono alcun vantaggio né una valida soluzione. Al contrario questi atteggiamenti possono contribuire ad acutizzare il problema. Benché  si possa intervenire escogitando strategie particolari, come ad esempio ridurre le urine di notte limitando le bevande la sera, non va dimenticato che un bambino enuretico può trovare giovamento da un trattamento psicoterapeutico attraverso il quale può essere affrontato il problema specifico che sta alla base di questo disturbo.

Dott.ssa Fabiola Elia

www.studiopsicologialatina.com


Seguici su Facebook! Metti Mi piace! a Studio di Psicologia e Psicoterapia Latina, clicca sul link: https://www.facebook.com/studio.psicologia.latina/


Se vuoi iscriverti alla Community Psicologia e Infanzia, clicca sul link: https://plus.google.com/u/0/communities/115685498168271604291

Commenti

Post popolari in questo blog

Siete sicuri di amare veramente i vostri figli?

Questa è una domanda frequente che pongo in seduta di psicoterapia, alle coppie in fase di separazione. Sembra una domanda banale, forse provocatoria, ma non è né l’una, né l’altra; è un’importante spunto di riflessione dal quale ogni genitore dovrebbe non solo partire, ma tenere bene in mente durante   il lungo e tortuoso cammino verso la separazione dal proprio coniuge. Purtroppo, ciò che accade troppo spesso nelle coppie separate, è di utilizzare i figli nella guerra personale verso l’altro partner; si iniziano a boicottare gli incontri con l’altro genitore (spesso il padre), si riversa la rabbia verso l’ex coniuge sui figli, svalorizzandolo o parlandone male, mettendoli quasi sempre davanti a una scelta scomoda, quella di dover   scegliere fra un genitore o   l’altro. La rottura della coppia coniugale non vuol dire rottura della coppia genitoriale; chi veramente vuole il bene dei propri figli, non antepone se stesso e le proprie emozioni a loro. Quando due coniugi si separano

Come dormono i bambini? Cos’è un problema di sonno?

Prima di capire quando si può parlare di problema di sonno nei bambini è necessario conoscere alcune nozioni fisiologiche del sonno. Il sonno in generale è caratterizzato da un’alternanza di fasi; nei bambini la quantità di sonno REM (detto anche “sonno leggero”) è pari alla quantità di sonno NREM (detto anche sonno profondo), la fase di sonno di un bambino è pari a 45/50 minuti, mentre quello di un adulto è di 90 minuti, ecco perché i bambini hanno più risvegli notturni rispetto ad un adulto. Se poi parliamo di neonati , passano circa 16 ore su 24 a dormire, nei primi mesi di vita il sonno è polifasico, dopo il primo mese di vita il sonno inizia ad organizzarsi seguendo il ciclo luce-buio; a sei mesi il periodo di sonno più lungo e continuativo avviene durante la notte, almeno nella maggioranza dei casi, altrimenti parliamo di problema di sonno e nello specifico si può definire tale quando: ·         In generale quel comportamento disturba il sonno dei genitori; ·