Il momento dei compiti pomeridiani si tramuta spesso in una
battaglia, tra bambino e genitore, che spesso mina la serenità di tutta la
famiglia. La figura delegata ad affiancare il bambino durante i compiti
pomeridiani, è di solito, la madre, che si ritrova a gestire il figlio il
quale, stanco della giornata trascorsa a scuola, continua a rimandare il
momento dei compiti, fino ad arrivare al pomeriggio inoltrato. In questo
articolo suggerisco 4 strategie per migliorare la collaborazione e l’autonomia
del bambino durante i compiti pomeridiani. Ricordo comunque che ogni bambino ha
caratteristiche di apprendimento e caratteriali uniche; ogni strategia deve
essere costruita e personalizzata sulla base di questi elementi distintivi, in
alcuni casi attraverso valutazioni specialistiche.
- Organizzare il tempo. Concordare con il bambino l’ora di inizio dei compiti. Possibilmente mantenere la stessa ora per tutti i giorni della settimana. L’orario migliore è nel primo pomeriggio dopo aver lasciato una mezz’ora di riposo tra il pranzo e l’inizio dei compiti.
- Organizzare lo spazio. La postazione di lavoro deve essere distante da fonti di distrazione (finestre, poster, televisione, giochi). Sul tavolo deve essere presente solo il materiale necessario per quel compito. Altri oggetti anche se di cartolibreria, come quaderni, colori, righelli che in quel momento non sono necessari, saranno riposti nello zaino.
- Concordare in anticipo le pause. A seconda della mole di lavoro stabilire pause ogni 20/30 minuti a seconda dell’età del bambino. Le pause devono essere brevi, al massimo 3 minuti. Servitevi di un cronometro per tenere i tempi di lavoro e quelli della pausa.
- Definire le ricompense. Prima di iniziare i compiti, stabilite con il bambino un “premio” che riceverà immediatamente alla fine dei compiti. Esempi di premi possono essere: permesso di giocare ai videogame (concordare sempre un tempo), guardare la TV, fare un gioco di società con mamma e/o papà, una bustina di figurine.
La funzione dei compiti pomeridiani è quella di consolidare
i concetti trattati a scuola per “automatizzare” quanto appreso; inoltre
servono per sviluppare le competenze di pianificazione e di organizzazione del
compito e l’autonomia operativa scolastica, al fine di ridurre la dipendenza
dall’adulto. Questo processo può essere facilitato seguendo alcune “linee
guida”, oltre a quelle esposte nei 4 punti precedenti, con la possibilità di
strutturare un vero e proprio intervento individualizzato nei casi più
“difficili”, come per i bambini con deficit di attenzione e iperattività o con
comportamenti oppositivo-provocatori.
Dott. Claudio Granata
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